Fedi nuziali: una storia quasi d’amore – en
Senza quasi accorgercene, al giorno d’oggi è facile per noi riconoscere se un uomo o una donna sono sposati: la prima cosa su cui cade l’occhio è l’anulare della mano sinistra. Sembra quasi strano quando un coniuge non porta la fede al dito per scelta personale o anche solo per motivi lavorativi. Derivante dal latino fides che significa fiducia, lealtà, la fede nuziale è sempre stata un simbolo d’amore. O quasi…
È infatti indubbio che l’anello sia rappresentazione d’un qualcosa, ma non sempre è stato amore. La sua lunga tradizione si porta dietro diversi significati, il primo tra tutti non è difficile da immaginare: il potere.
La storia
Se torniamo indietro di qualche secolo e pensiamo ai faraoni dell’antico Egitto, molte cose attirano la nostra attenzione: i profili artistici, le imponenti tombe piramidali, gli scarabei. E proprio questi ultimi, sovente montati su un anello, oltre a rappresentare la morte e la rinascita, vennero insigniti del valore nuziale da Amenhotep III in onore del proprio matrimonio con la regina Tyi. Successivamente questa usanza permase nei secoli e si tramutò in quel che oggi conosciamo. Non fu, tuttavia, un percorso estremamente lineare. Le fedi nuziali non divennero istantaneamente tradizione. Sebbene in epoca romana la sposa ricevesse un anello, esso non portava con sé particolare romanticismo. Veniva di fatto affidato alla sposa sia come simbolo di controllo e dominio, sia affinché lei potesse curarsi della casa, e con essa anche dei documenti presenti. L’anello infatti, aveva anche funzione di timbro, con il quale si dovevano assicurare tutti gli atti alla proprietà del padrone di casa al fine di tener lontana la bramosia degli schiavi. Solo in un secondo tempo si fece strada l’uso dell’annulus pronobius, l’anello di fidanzamento come lo conosciamo ora, che venne posto sull’anulare secondo la credenza della vena amoris, una vena che si pensava partisse proprio da questo dito irradiandosi direttamente verso il cuore (questa usanza, nel mondo orientale, risale invece alla leggenda che ogni dito della mano rappresenti una parte importante della vita: il pollice raffigura i genitori, l’indice i fratelli e le sorelle, il medio siamo noi stessi, l’anulare è il nostro partner ed il mignolo è per i figli).
Successivamente prese piede la tradizione di indossare il vinculum il giorno del matrimonio, un anello fatto di ferro o in oro, cui talvolta veniva applicata una chiave che rappresentava l’autorità della donna all’interno del nucleo famigliare. Le decorazioni sugli anelli aumentarono durante l’epoca cristiana, fino a portare effigi dettagliate raffiguranti colombe o mani intrecciate. Questi decori, sempre più importanti, portarono la Chiesa a ritenere gli anelli eccessivamente pagani costringendo la tradizione a rientrare in canoni più semplici e tradizionali.
Fu durante il Rinascimento che l’anello subì un’ulteriore modifica. Sempre più richieste vennero fatte per l’aggiunta di scritte e personalizzazioni, prima esterne e poi interne. Le incisioni a carattere privato furono l’inizio della moderna usanza di inserire i nomi degli sposi e la data del matrimonio all’interno della fede e così come ci sono state affidate, continuano anche oggi ad accompagnarci dal nostro giorno speciale al resto della nostra vita.
Emanuela – White Tulipa wedding planner
photo credits: Click and Chic