DIEGO TARONI – PHOTO27
Intervista all’eccellenza della fotografia Diego Taroni Photo27
L’occhio attento in ogni matrimonio, l’immagine che ti lascia ricordi scolpiti nel cuore.
1. Raccontaci di te. Quale è la storia di Diego Taroni e di Photo 27.
Io, Diego Taroni, sono un ex direttore di banca a cui il posto di lavoro stava stretto perché in quell’ambiente non c’era nulla da inventare. Era un lavoro svolto da altri prima di me e che avrebbero, poi, svolto altri dopo di me senza però variazione alcuna e personalizzazione alcuna. Pur avendo molta libertà nel mio lavoro, sentivo di essere cresciuto troppo per quel lavoro.
Non ero assolutamente interessato alla fotografia. Molti mi chiedono “avevi la passione per la fotografia?” e la mia risposta è sempre la stessa: “No!”
Pensi che se uno come me che ha la passione per la fotografia, rimane a lavorare in banca?
Avessi avuto questa passione ero, all’epoca, già fotografo e non bancario.
Non sono di quelli che, nonostante la passione, rimane comodo dove è, rinunciando a dar vita alla sua grande passione.
E’ grazie a qualcuno che mi sono avvicinato alla fotografia e ho così deciso di aprire PHOTO 27.
Dopo 5 anni dall’apertura, ho fatto il mio primo matrimonio importante, e da quello è iniziata la mia escalation, fatta di persone che non ho deluso, fatta di qualità che è andata sempre aumentando.
Ultimamente, poi, ho incrementato anche il senso di imprenditorialità del mio studio fotografico, perché non mi interessa essere il solista, come vedo fare da molti, ma mi piacerebbe fare impresa con la mia fotografia, pur sapendo che è un sogno un po’ ambizioso, in quanto fare il solista dipende da me invece investire nel team è un po’ più complesso.
2. Quanto è importante la fotografia in un matrimonio?
La fotografia è un linguaggio più difficile del video, però foto e video sono gli unici ricordi. Basti pensare a questo e già si evince quanto sia importante la fotografia nel matrimonio.
La fotografia è un attimo, quell’attimo o rubato o creato, perché non è che la fotografia significhi soltanto rubare attimi ma vuole dire anche creare l’attimo, creare quella cornice, creare quell’immagine.
Fare immagine è importante e farlo bene in una giornata di quel tipo che è un lavoro one shot è ancora più importante.
3. Che ruolo gioca il fotografo, il giorno delle nozze?
Prima dell’arrivo della figura professionale della wedding planner, il fotografo era già un punto di riferimento. Oggi lo è ancora ma rafforzato dalla figura della wedding planner con la quale si deve creare quella sorta di collaborazione e alchimia dove punti deboli non ce ne sono e non ce ne devono essere, perché il fotografo è colui che deve occuparsi di determinati aspetti, quali quello dell’emotività della sposa e sposo, e fare in modo che gli sposi appaiano nel modo migliore.
Non deve essere invasivo e non deve essere nemmeno troppo sfuggente, del tipo “non ti si è neanche visto”, che risulta essere però un luogo comune. Non esiste rapporto tra “non ti si è visto = allora sei bravo”. No, non è così.
È invece corretto che il giorno delle nozze il fotografo debba essere ciò che gli sposi desiderano. E quando gli sposi non arrivano a capire questa cosa così importante e fondamentale, che il fotografo ha il compito di spiegarlo. Per tanto esperienza del fotografo, esigenze degli sposi si incrociano quando si parla, si possono così unire desideri ed esperienza per far sì che ne esca il giusto comportamento e la giusta alchimia, affinché quel giorno tutto avvenga come deve avvenire, in un modo meraviglioso.
4. Oggi siamo tutti presi dagli scatti immediati con cellulare e per i post immediati sui social, tu cosa ritieni di suggerire a chi, professionisti e non, utilizzano questo strumento?
Il professionista non utilizza il telefono, se non per documentare attraverso i social quello che sta facendo a futura memoria e documentazione fruibile per i futuri sposi e i wedding planners che intendono conoscere un po’ questo professionista ed il suo team e come lavora.
Il fotografo non utilizza il cellulare anzi cerca di arginare il più possibile quello che avviene durante il matrimonio relativamente all’uso dei cellulari da parte degli invitati, che difficilmente stanno al loro posto.
Nel mio contratto ho inserito un paragrafo dedicato proprio a questo aspetto, perché purtroppo spesso gli invitati con i loro telefonini sono veramente pericolosi. È vero che la composizione fotografica vale per qualsiasi dispositivo che sia in grado di produrre un’immagine, però con il cellulare, per quanto si abbiano tantissimi pixel, non si avranno mai immagini come quelle scattate dal professionista con macchine altamente professionali e dedicate a quello.
Sono strumenti differenti, e se gli invitati quel giorno si dimenticassero di averli, sarebbe tutta un’altra cosa. Le immagini poi avute dal fotografo e dal suo team, postate mostrerebbero una realtà completamente diversa.
5. Il video è per te il matrimonio perfetto con la fotografia? E perché?
Sì, è perfetto fare fotografia e video, perché è vero che sono due linguaggi differenti, però viaggiano in parallelo. Ed è giusto averli entrambi.
Ho appena scritto un articolo, che verrà presto pubblicato, relativo al trailer + video finale, che fa parte di un progetto video che è ideato, pensato ad hoc. In questo articolo sottolineo anche l’importanza che il cliente non entri troppo nel merito del discorso video, in quanto non conosce foto, non conosce video, non sa cosa sia un trailer e un montaggio finale, inoltre è anche un po’ tanto confuso dai social che sono ben lontani dal mostrare qualcosa di valore. Ad esempio, invece, Netflix si sta impegnando per insegnare come va fatto un video. Ma ancora in molti non accettano e capiscono questo valore trasmesso.
6. Credi che ci siano delle mode o delle tendenze anche nel mondo della fotografia e dei video?
Sì, ci sono molte mode e molte tendenze. L’ultima è quella di realizzare foto con colori marroni e totale assenza di colori alcuni, dove ci sono inquadrature sbagliate ma la gente si focalizza su quella post produzione, che altro non è che un pre-set o dei plugin che vengono venduti. Quindi si va a fare una post produzione sbagliata o meglio una post produzione di moda su foto sbagliate, così quando la moda passerà, si avranno delle foto sbagliate con una post produzione demodé. E ripeto questo non va bene.
C’è la moda, ci sono le consuetudini, ma la fotografia è quella. Si deve migliorare la qualità mantenendo determinati canoni e regole, che sia la fotografia che i video devono assolutamente avere, perché non possiamo pensare che “Mostri” della fotografia o del cinema abbiano sempre sbagliato non avendo questi milioni di pixel che oggi abbiamo.
Le regole della fotografia e del cinema sono le stesse, bisogna essere in grado di accogliere il miglioramento della qualità senza farsi troppo influenzare e coinvolgere da questa moda, perché poi finisce che si ritrovano 20 o più profili con tutte le immagini uguali.
Invece quello che spesso mi sento dire è: “la tua fotografia è diversa, è più pulita”. Ecco ciò che veramente dovrebbe essere la fotografia.
7. Quanto è importante il dettaglio tra le diverse fotografie che si scattano ad un matrimonio?
I dettagli sono importanti, e lo sono perché, mentre la fotografia intera, è la fotografia che non lascia spazio all’immaginazione, in qualsiasi caso bella e che documenta tutto, la fotografia del dettaglio fa si che tu con la tua mente, immaginazione e creatività possa andare a costruirci intorno qualcosa.
Logicamente questo deve essere un prodotto complementare. Non deve esserci, però, solamente il dettaglio ma anche la visione di insieme, perché uno non può vendere un prodotto ossia una fotografia fatta di soli dettagli.
Come in tutte le cose è necessario sia uno che l’altro.
Quindi si il dettaglio è fondamentale, ovviamente fatto in un certo modo, con i canoni della fotografia che devono sempre essere rispettati.
8. Ci lasceresti un tuo pensiero o suggerimento per le spose che ci leggono e non solo per loro?
Il mio suggerimento è questo: “non farsi troppo prendere la mano dalla paura.”
Questo in quanto oggi quando si cerca un fotografo, si guarda e si cerca solo colui che faccia scatti rubati. No, questo è sbagliato. Questa ricerca è fatta solo per soddisfare una paura anziché un’aspettativa.
E quali sono le aspettative? Sinceramente non le sa nessuno, perché in qualsiasi caso vince la paura di avere un fotografo che ti scatti foto “in posa” per 2 ore. Ed ecco che allora si preferisce chi fa solo scatti rubati, che oltretutto poi non sono nemmeno belli per poter fare un ingrandimento. Però attenzione che tra la scelta degli scatti rubati e le fotografie in posa per 2 ore esiste nel mezzo una scala di grigi infinita.
Con il mio team, realizzo servizi con shooting agli sposi che durano tra 10 e 15 minuti. E sono proprio queste le foto che poi utilizzi per il profilo, per gli ingrandimenti e che sicuramente ti ristampi volentieri.
Quindi non si deve andare dal fotografo e dire noi non vogliamo le foto in posa ma vogliamo soltanto gli scatti rubati. No, non si può investire un’ingente somma per avere poi solo scatti rubati e non di qualità, perché è molto difficile ottenere scatti rubati di qualità.
Quindi meglio dare al fotografo quel giusto tempo per comporre grandi immagini in cui voi, sposi, siete i protagonisti e che rivedrete sempre con piacere per tutta la vita.
Per tanto il mio consiglio è questo: scegliete il professionista che sappia creare un’immagine anche fermando il tempo, non soffermatevi sulle vostre paure. Non prendete decisioni figlie della paura. Prendete decisioni figlie della saggezza. Chiedete al fotografo, parlate con lui di quali sono i vostri desideri ed anche i vostri timori. Vedrete che troverete quel professionista che creerà per voi si foto spontanee, ma immagini, opere d’arte che saranno eterne.
Emanuela White Tulipa wedding planner